Questo ricovero è stato piuttosto faticoso.
Non è che mi aspettassi una vacanza in una Spa, intendiamoci, però speravo che andasse un pochino meglio.
La notte scorsa non ho chiuso occhio. Non stavo male e nemmeno la signora in stanza con me (residente a Parma da 35 anni, ma di origini toscane, della mia provincia addirittura!). Il fatto è che alle tre di notte è morta una persona nella stanza davanti alla mia e lo strazio dei parenti è stato devastante.
Stare all'ospedale non è mai bello, soprattutto in un reparto di oncologia e se per di più muoiono due persone nello stesso giorno… beh, è inutile che racconti il mio stato d'animo.
Volevo scappare, evadere! Mi domandavo "che cazzo ci faccio io qui? cosa c'incastro io con questi malati?", ma purtroppo c'incastro, c'incastro eccome…
Poi stamattina la terapia.
E la nausea.
E il mio pianto disperato per i quattro buchi dolorosi per cercare una vena decente da cui togliere sangue tutto il giorno (e ricordiamoci che i buchi non mi spaventano e non ho mai e dico mai detto "pio").
E la flebo di antinausea.
E la debolezza.
E i prelievi di farmacocinetica.
E la sonnolenza.
E il Picc da lavare e sistemare.
E il mio pallore.
E la mia stanchezza.
Ma ora sto già meglio.
Siamo a fine giornata e io mi sento "nuova".
Non ho nausea, non ho stanchezza, niente.
Sono anche sola in stanza stasera perché la signora l'hanno dimessa oggi. Che carina, mi ha fatto anche un regalo perché in questi giorni l'ho un po' aiutata come potevo…
E sono pronta per tornare a casina mia! Non vedo l'ora!
Domattina viene a prendermi Qualcuno con la Figliaminore… non vedo l'ora di vederli perché sono proprio stanca di star qua.
E' stato brutto questo ricovero, ma una cosa bella c'è stata: ho conosciuto una donna squisita!
E' dolce, di compagnia, intelligente, di cuore e una stra-figa paurosa.
Ma la sensazione più bella che mi ha lasciato è questa: mi sembra di conoscerla da sempre. Mi sembra un'Amica, una persona con cui posso parlare di tutto e che, purtroppo per entrambe, capisce perfettamente quello che sto passando.
Perciò questo soggiorno modenese non lo dimenticherò. E di certo non per le sofferenze, ma per la gioia di aver incontrato ed abbracciato Milva.