“La biografia di Bukowski include due tentativi di lavorare come impiegato, dimissioni dal “posto fisso” a 50 anni suonati, “per non uscire di senno del tutto” e vari divorzi. Questi scarsi elementi ricorrono con ossessiva insistenza nella narrativa di Bukowski, più un romanzo a disordinate puntate che non racconti a sé, dove si alternano e si mischiano a personaggi e eventi di fantasia. “Rispetto alla tradizione letteraria americana si sente che Bukowski realizza uno scarto, ed è uno scarto significativo”, ha scritto Beniamino Placido su “la Repubblica”, aggiungendo: “in questa scrittura molto letteraria, ripetitiva, sostanzialmente prevedibile, Bukowski fa irruzione con una cosa nuova. La cosa nuova è lui stesso, Charles Bukowski. Lui che ha cinquant’anni (al tempo in cui scrive questi racconti, attorno al ’70), le tasche vuote, lo stomaco devastato, il sesso perennemente in furore; lui che soffre di emorragie e di insonnia; lui che ama il vecchio Hemingway, lui che passa le giornate cercando di racimolare qualche vincita alle corse dei cavalli; lui che ci sta per salutare adesso perché ha visto una gonna sollevarsi sulle gambe di una donna, lì su quella panchina del parco… Lui, Charles Bukowski, forse un genio, forse un barbone.” Anzi, “io Charles Bukowski, detto gambe d’elefante, il fallito,” perché questi racconti sono sempre, rigorosamente, in prima persona. E in presa diretta.” Un pazzo innamorato beffardo, tenero, candido, cinico, i cu racconti scaturiscono da esperienze dure, pagate tutte di persona, senza comodi alibi sociali e senza falsi pudori.”
 
Credo di averci messo un anno a leggere questo libro!
Io non abbandono mai i libri, anche se non mi piacciono, ma con questo ho durato una fatica, ma una fatiiiiiiicaaaaaa!!!
Diciamo che non è proprio il mio genere o, meglio ancora, diciamo che non l’ho capito (visto il successo che ha avuto!).
Troppo splatter per i miei gusti…
Ma una cosa è certa: sono affezionata a questo libro e lo conserverò gelosamente.
Mi è stato regalato dalla mia amica “Giuliadottore” con tanto di dedica e segnalibro. Era suo questo libro e, anche se vecchio e ingiallito, ha voluto che fosse mio! E una persona come me che legge tanto, ama i libri, ama regalarli e riceverli in dono, apprezza ancora di più un regalo come questo, per cui…
Cara “Giuliadottore”, grazie per il regalo, per esserti privata di una cosa tua, grazie di cuore, ma… non lo vedi che le mie letture non si spingono molto oltre la Kinsella?!?!

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