Ieri sera, verso le otto e mezzo, mi sono piazzata in pole-position davanti la tv in sala d'attesa all'inizio del reparto.
Chiappe su una poltroncina, piedi su un'altra (maleducata?), caffè e acqua.
Pronta per vedere I Cesaroni "live" tutta sola soletta (a quell'ora i miei compagni di beauty farm se la dormono già di brutto!).
E per un po' me la son goduta, poi, durante la pubblicità son tornata in camera per un bisognino e… nel corridoio del reparto stava succedendo il finimondo: medici che correvano di qua, medici di là, anestesista, rianimatori… un'infinità di camici bianchi e verdi che entravamo e uscivano dalla stanza vicino alla mia.
E questo caos è durato poco perché poi è uscita una dottoressa che ha dato la notizia ai familiari: morte.
E' cominciato lo strazio, il dolore, la disperazione.
Pianti, urla, una vera tragedia.
Aveva 47 anni il mio vicino di stanza e si era sentito male il 12 di settembre. E ieri sera è morto.
E' anche in casi come questi che mi ritengo fortunata, perché, anche se bastarda, la mia bestiaccia l'abbiamo scovata prima che mi facesse la festa e, per il momento, continuo a vivere, IO!
Visto lo stato di tristezza del reparto son tornata in saletta a spengere la tv e poi mi son messa a leggere un libro a letto.
A mezzanotte ho spento la luce. E ho dormito due ore di fila, poi "plin plin" e torno a letto.
Due e cinque.
Due e dieci.
Due e mezzo.
Mi alzo in preda ad una fame da lupi (cortisone bastardo!), vado alla macchinetta e mi faccio una brioche con la cioccolata e un cappuccino (decaffeinato).
Fame passata, ma niente sonno.
Leggo un quotidiano modenese di mercoledì (e va beh, speravo mi conciliasse il sonno), poi Vanity Fair, Grazia, Visto, Di Più, Confidenze (questo è terribile!) e Donna Moderna.
Alle quattro e mezzo torno in camera e dormo altre due ore.
Poi sveglia, prelievo, pasticca, un paio di flebo, areosol, colazione, sciacqui alla bocca e all'esofago, radioterapia e… via, un'altra giornata è cominciata, con tante cose da fare e con una preghiera per il mio vicino 47nne e per la sua famiglia straziata dal dolore.