A mia sorella

Fare chemioterapia significa non riconoscere.
Sì, questo "non riconoscere" abbraccia tutti gli stati d'animo, tutte le sensazioni, tutti i malesseri del periodo della chemio.

Non riconosci te stessa, il tuo corpo che cambia.
Ti guardi allo specchio e ti trovi gonfia, ingrassata.
Sei pelata, non hai ciglia e sopracciglia.
La tua pelle è di colore grigio e gli occhi sono spenti.
Hai le braccia bucherellate o, peggio ancora, hai un tubicino infilato nel tuo braccio.
Senti il formicolìo alle mani, ai piedi e magari ti cascano anche le unghie.

Fai fatica a fare tante cose, anche quelle piccole che prima ti sembravano banali e adesso invece le sogni con tutta te stessa.
Non puoi fare progetti e ti pare impossibile che fino a poco tempo prima andavi in piscina, facevi lunghe passeggiate, programmavi viaggi e vacanze.
Prima convivevi con l'entusiasmo, ora con l'astenia.
Non ti riconosci.

Perdi tutta la timidezza, la vergogna e ti spogli davanti a medici e infermieri senza più problemi.
Non ti imbarazzi più a mostrare il tuo corpo nudo davanti a loro, a far vedere cicatrici e segni di una guerra che è ancora in corso.
E prima non eri così.

Non distingui più il sapore delle cose.
Non riconosci più la tua bocca, il tuo palato.
Senti tutto amaro, metallico.
E' come se cominciasse a galleggiare una roba fra il tuo stomaco e la tua bocca: è la nausea.
E con lei poi viene il vomito.
E allora ti ritrovi a sputare succhi gastrici che sanno di veleno e preghi perché finisca presto.
E preghi perché gli sforzi che compi nel vomitare non ti lascino troppi segni sul viso.
Ma il più delle volte non è così: diventi gonfia, rossa, gli occhi a stento ti si vedono.
Non ti riconosci.

La notte fai fatica a dormire.
Il cortisone, oltre a procurarti insonnia, ti fa sudare e a metà notte ti ritrovi in un bagno di sudore e sei costretta a cambiarti il pigiama.
Proprio tu, tu che non ti svegliavano neanche le cannonate.

Non hai più l'antipaticissima fase pre-mestruale.
Non piangi più senza motivo.
Non compri assorbenti super sottili, colorati e ripiegati.
Non fai calcoli di 28 giorni.
Non hai più il ciclo.
Tu, tu che l'avevi abbondante e doloroso. Non c'è più.
Non ti riconosci.

E lotti, affronti, vai avanti.
Con fatica, con sudore, con tante lacrime e tanto, tanto aiuto.
Ci provi, non molli, cerchi di essere più determinata e combattiva che mai.
E non ti riconosci, no, perché eri stata proprio tu a dire "nella mia vita potrò affrontare di tutto, ma altra chemioterapia no".
Invece sei qui, sei qui che l'affronti, arrabbiata ed aggressiva. E non ti riconosci.

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